Vecchie abitudini - Michele Riderelli

Riusciremo mai a scappare dalle vecchie abitudini?

 

Leggendo gli ultimi dati del Rapporto della Banca d’Italia, mi viene da dire “ci risiamo”. La prima reazione delle persone alla crisi è quella di mettere sotto il materasso i nostri risparmi in attesa di tempi migliori.

Il settore industriale marchigiano è passato da “caso di studio” in tutto il mondo a “casa disperato” locale.

Gli elementi distintivi che hanno sempre caratterizzato l’imprenditore  medio sono stati e continuano ad essere, quelli di essere innovatori di prodotto, visionari, creativi e curiosi, sempre alla ricerca di nuove esperienze.

Ma queste particolari caratteristiche, che hanno portato al successo l’industria marchigiana, non sono più sufficienti, lo dimostrano i dati attuali sul settore industria. Nel 2020 abbiamo un calo della produzione industriale del 7% circa, dovuta an una riduzione del 5,6% sulle vendite. Se analizzato più in profondità i dati di vendita, il calo principale viene dalle vendite all’estero, -7,5% contro il -3,7% delle vendite interne.

Se in Italia, in qualche modo, riusciamo a contenere le perdite, all’estero la mentalità conservativa evidenzia dei limiti. Il nostro approccio ai mercati esteri è un approccio del tipo ‘ci danniamo per chiudere una trattativa e non pensiamo allo sviluppo di opportunità’, e sottolineo “sviluppo”. Una parola questa che non piace tanto all’imprenditore marchigiano poco lungimirante perché è sinonimo di investimenti con introiti nel futuro e non nell’immediato.

In questo momento le aziende che stanno affrontando meglio la crisi sono quelle che hanno già messo in atto da tempo un passaggio culturale, che richiede un giusto equilibrio tra investimenti di prodotto e investimenti sulla crescita delle risorse.

Oggi per vincere sui mercati, diventa fondamentale conoscere l’utilizzatore finale, anche quando la catena è molto lunga, perché serve costruire un’esperienza di acquisto. Non si vende più solo un “prodotto” ma si vende una “proposta di valore”, quel valore in grado di apportare un cambiamento al cliente, una vera e propria esperienza.

Per fare tutto ciò occorre sviluppare una nuova organizzazione aziendale, creando delle figure manageriali in grado di supportare l’imprenditore nelle scelte strategiche.

Per fare questo passaggio epocale per le imprese marchigiane fortemente caratterizzate da ‘piccoli’ imprenditori, è necessarie costruire percorsi strategici a 360 gradi. Questo richiede apertura, nuove partnership, nuova comunicazione interna, ingresso di nuove risorse etc.

Concludo riportando una citazione di un’economista inglese John Maynard Keynes:

‘La difficoltà non sta nel credere alle nuove idee, ma nel fuggire dalle vecchie.’